Milano da vedere

Aggiorno il diario di bordo con la Fiera dell’Artigianato di Milano, vale la pena dedicare qualche riga ad un evento tanto comunicativo. Cosa c’entra l’artigianato con la comunicazione? C’entra, eccome se centra.

La tv ne avrà parlato poco e quel poco che avrà detto si sarà irrimediabilmente mescolato tra i mercatini di Natale, le compere dell’ultimo minuto e i pizzi e frizzi da regalare a capodanno. Spezzo una lancia a favore dell’evento. I più lo considerano un semplice momento per gli acquisti, ma per un comunicatore è molto di più.

È un’occasione per guardare, osservare, ragionare e collegare. Collegare una pubblicità ad un’immagine coordinata, lo stile di un espositore ad uno stile di presentazione. È un’occasione imprendibile per confrontarsi con paesi e culture diverse, conoscere, parlare, scoprire…

Io sono entrata in silenzio, quasi in punta di piedi. Marocco, Perù, Argentina: un padiglione di colori e incensi. I venditori contrattavano chiacchierando un italiano distratto, ma sciolti, disinvolti. Sicilia, Calabria, Lazio: stesso italiano distratto, ma tanta, tanta musica e tanti, tanti improbabili “copywriter” che decantavano i loro prodotti. Miano, Mantova, Como: tutto serio, tutto in frak. Alto Adige, Trentino, Veneto, Austria, Spagna, Francia, Ungheria… È impossibile raccontarla in poche righe e ancora più difficile renderle giustizia in poco spazio. Vi dico solo andateci! Non oggi, non domani, quest’anno è finita, ma l’anno prossimo andateci.

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