A Parma ci sono davvero molte cose da visitare: lo splendido Teatro Farnese, il Battistero rosa – che sembra un confetto – con i mirabolanti bassorilievi di Benedetto Antelami, il Museo Bodoni, la Pinacoteca Nazionale con la rinomata collezione Farnese abitata dai dipinti di Dosso Dossi, Beato Angelico, Parmigianino, Correggio e Sebastiano Ricci solo per citarne alcuni, l’imponente Palazzo della Pilotta e il restaurato Palazzo del Governatore al cui interno, fino al 20 febbraio, è ospitata una grande retrospettiva su Claudio Parmiggiani, uno dei più importanti artisti contemporanei a livello internazionale ma anche uno dei più singolari, radicali e poetici che l’Italia degli ultimi decenni abbia mai allevato. Naufragio con spettatore è un sublime momento d’incontro con l’universo di questo artista che qui presenta – oltre a una serie di conosciuti nonché recenti lavori – in forma permanente una delle sue sculture d’ombra: una stanza dove i muri conservano il ricordo di migliaia di pagine svanite, un luogo per l’ascesi del colore, l’assenza degli oggetti, il regno delle ombre. Il medium essenziale di quest’opera è l’aria, come un respiro esalato dagli stessi muri, un teatro del silenzio dove i soli protagonisti sono la luce e l’ombra.
Come in quest’opera anche nelle altre i materiali usati sono molto comuni: la polvere e la cenere, l’aria e il fuoco, l’ombra e il colore, la luce e la pietra, il vetro e l’acciaio, il sangue e il marmo, campane, farfalle, libri, barche, stelle e statue.
A pochi passi dal Palazzo del Governatore la dimenticata chiesa di San Marcellino ospita nella sua sconsacrata abside una nave arenata in un mare di libri, il Naufragio con spettatore (*) che dà il titolo alla mostra, dove il mare in tempesta e il naufragio sono qui rappresentati dalla storia e dalla memoria, attraverso una definizione filosofica sullo stato dell’arte e del fare artistico.
Di fronte a quest’immagine potente e maestosa di naufragio non si può non ricordare il dipinto di Théodore Géricault, la Zattera della Medusa – storia emblematica di meschinità, vittime sacrificali ed eroici artisti – un quadro che non solo ha cambiato in maniera radicale l’idea di pittura ma che sembra trovare negli anni che stiamo vivendo un perfetto parallelismo, una visionaria e feroce anticipazione del nostro presente.
Davanti a queste immagini, sublimi riflessioni sulla condizione umana, mi vien da dire, siamo spettatori o naufraghi? Oppure entrambi?
(*) Naufragio con spettatore è anche il titolo di un importante classico del filosofo Hans Blumemberg