Storia e origini della differenza di genere.
C’è la tradizione e lo stereotipo. Un esempio che li unisce è il colore rosa, che oggi identifica il genere femminile, soprattutto nell’infanzia. Il fiocco rosa appeso alla porta di casa, la coperta nel passeggino, il vestito della bambola, eccetera. La lista delle immagini a cui siamo abituati associare questo colore è lunga, ma qual è la storia del rosa?
Per raccontarla è necessario tornare indietro nel tempo. Nel Diciottesimo secolo erano gli uomini a indossare abiti di seta rosa, perché, derivato dal rosso, era considerato un colore forte, legato a eroi e combattimenti. Alle donne era riservato il blu, perché associato al velo della Vergine Maria, rappresentata in sculture e dipinti. I bambini erano vestiti con abiti di colore bianco.
Solo nella metà del Diciannovesimo secolo azzurro e rosa furono introdotti nell’abbigliamento infantile, ma senza riferimenti di genere. Il primo accenno a una relazione tra il rosa e il femminile si legge tra le righe di Piccole donne, di Louisa May Alcott, nel 1868: “I bambini più belli che abbia mai visto. Qual è il maschio e qual è la femmina? – chiese Laurie chinandosi per esaminare più da vicino i due prodigi – Amy ha messo un nastro azzurro al maschio e uno rosa alla femmina, come si usa in Francia, in modo da distinguerli senza sforzo”.
Negli anni Cinquanta il rosa iniziò a identificarsi con le donne nell’abbigliamento e nei beni di consumo, entrando nella tradizione e affermando una visibile e colorata distinzione tra i generi. Negli stessi anni il rosa entrò nel mercato attraverso la bambola Barbie e il film del 1957 Funny Face, dove il personaggio che interpreta la giornalista di moda Diana Vreeland dedica al rosa un numero della sua rivista.
Negli anni Sessanta e Settanta l’associazione del rosa al femminile/infantile fu criticata dal movimento femminista, che sconvolse la tradizionale divisione dei ruoli in base al genere. Per alcune correnti di pensiero il colore rosa era colpevole di identificare la donna nella figura della casalinga, relegata a cucinare, lavare, stirare e allevare i figli.
Negli anni Ottanta il rosa e l’azzurro affermarono la differenza di genere in vestiti e oggetti legati all’infanzia. Quanto alla diagnosi parentale, scoprire il sesso del nascituro prima del parto ha consolidato lo stereotipo e ispirato le più svariate strategie di marketing.
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