Fallacie logiche: i virus della comunicazione.

Suggerimenti per scoprire gli errori in un ragionamento.

Quando si ragiona c’è logica e logica. Quella corretta e quella fallace.
A formulare ragionamenti si può incorrere in errori voluti, che ingannano l’ascoltatore per convincere e ottenere ragione, o inconsapevoli. In entrambi i casi si chiamano fallacie logiche. Il termine fallacia deriva dal latino fallere, ingannare.
Di fronte a una questione controversa ognuno ha la propria opinione, sostiene una tesi e cerca di contrastarne un’altra. Nella comunicazione politica, ad esempio, si ricorre a strategie retoriche, studiate da professionisti, che inducono l’interlocutore a difendersi e l’ascoltatore a credere. Franca D’Agostini, filosofa italiana, afferma: “in fasi politiche concitate, specie in situazioni elettorali, il dibattito è sistematicamente “avvelenato”: il che significa che lo scopo del confronto non è tanto verificare l’accettabilità delle tesi, ma semplicemente avere ragione degli avversari politici”.
Tre creativi australiani hanno scelto le 24 fallacie logiche più comuni. Su queste curiosità linguistiche Jesse RichardsonAndy Smith e Som Meaden hanno realizzato un poster.

  1. Argomento fantoccio: ricostruire l’affermazione altrui per confutarla con facilità.
  2. Cum hoc ergo propter hoc o post hoc ergo propter hoc: creare una situazione di causa/effetto anche dove non esiste.
  3. Terreno sdrucciolevole: sostenere una conseguenza, anche se solo ipotetica, per eliminare la causa.
  4. Argomento ad nomine: smettere di discutere sull’argomento per spostare attenzione e offese sulla persona.
  5. Supplica speciale: inventare una ragione.
  6. Domande accusatorie: inserire nella domanda l’affermazione di cui l’interlocutore si vede costretto a parlare (una strategia per imporre al discorso una direzione).
  7. Fallacia del giocatore d’azzardo: collegare dati statistici di diversi eventi per ricavare previsioni utili a sostenere la propria tesi.
  8. Carro del vincitore: utilizzare la popolarità per sostenere un concetto.
  9. Falso dilemma: costringere l’interlocutore a scegliere tra solo due alternative, quando in realtà ne esistono altre.
  10. Petitio principii: inserire la conclusione di un ragionamento nella sua premessa.
  11.  Appello ad un’autorità: definire vera una tesi perché approvata da un esperto, senza fornire altri argomenti.
  12. Appello alla natura: sostenere che un concetto è giusto perché è un fatto naturale.
  13. Composizione/divisione: ritenere che un ragionamento valido per una parte lo sia di conseguenza anche per il tutto (e viceversa).
  14. Aneddotica: citare aneddoti o esempi personali per avvalorare la propria tesi.
  15. Appello emotivo: utilizzare i sentimenti per condizionare l’ascoltatore.
  16. Fallacia fallace: ritenere falsa una tesi supportata da ragioni fallaci (quando potrebbero esistere altre ragioni valide).
  17. Tu quoque: criticare l’interlocutore, spostando l’attenzione sul suo comportamento.
  18. Incredulità: supporre che la tesi avversa sia difficile da credere.
  19. Onere della prova: sostenere che deve avere le prove solo chi vuole smentire un’affermazione.
  20. Equivoco o anfibologia: utilizzare ambiguità linguistiche per nascondere una realtà scomoda.
  21. Nessun vero scozzese: dichiarare la purezza di una tesi che è stata confutata per creare nuovi criteri.
  22. Fallacia genetica: sostenere che l’origine di un concetto ne tolga la validità.
  23. Tiratore del Texas: scegliere casualmente una situazione o un modello per sostenere la propria tesi.
  24. Terra di mezzo: affermare che un compromesso è la verità.

Le fallacie logiche sono sotterfugi che alcuni comunicatori, professionisti e non, utilizzano per portare a termine un discorso e favorire le proprie argomentazioni. Da questo modo di ragionare risultano tesi paragonabili a grattacieli sorretti da fondamenta in ceramica: sarà sufficiente un leggero colpo per abbatterli.
Morale di questo elenco è evitare le fallacie logiche e smascherare chi le utilizza.
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