Informagiovani e Diskos: ed è subito Podcast!

Diskos, dove la creatività incontra la formazione.

Soft skills, gioco di squadra e collaborazione. Saper ascoltare, comprendere ed elaborare.

Tutto questo grazie a Diskos, ai progetti e alla disponibilità da parte dei docenti, o meglio, dei nostri colleghi (tra poco arriviamo anche noi, siete avvisati!).

Diskos non è un ambiente come gli altri, è dove imparare stando bene con le persone che si hanno attorno.

È molto più di una semplice scuola, è un ecosistema creativo dove noi aspiranti designer e comunicatori possiamo esplorare le nostre passioni, con una formazione fatta da professionisti del settore e una gamma completa di discipline: grafica, fotografia, video, marketing, copywriting e tanto altro.

E poi, per imparare sul campo e prepararci alle sfide del “vero mondo”, quello che incontreremo dopo la scuola, esperienze reali e non solo didattiche, grazie alla collaborazione con aziende, agenzie, strutture esterne.

Da quest’anno queste esperienze alimentano l’agenzia didattica Diskos, composta da studenti e docenti che agiscono alla pari. Alla pari… beh, quasi. 🙂 L’approccio pratico alla formazione che ha sempre caratterizzato Diskos con l’agenzia didattica diventa ancora più esplicito e rappresenta un modo per noi di cimentarci non solo con la teoria, ma anche e soprattutto con la pratica, imparando a lavorare insieme, a gestire lo stress delle deadline, a prendere decisioni veloci, a trovare soluzioni concrete in poco tempo, a rispettare i brief e ad essere creativi con metodo.

Anche a costo di andare, se serve, “fuori brief”.

Ciò che nessuno ti dice, ma soprattutto ciò che nei video su YouTube non si vede

Cos’è un podcast? Prima di tutto è un gran casino!

Avete presente quando quella volta vi siete dimenticati le cuffiette in fondo al vostro zaino e arriva il momento per il quale avete bisogno proprio di quelle? Le tirate fuori e vi rendete conto che piuttosto di sgropparle è meglio che ne compriate un paio di nuove?

Ecco, con i cavi dei microfoni, le prolunghe di alimentazione e i fili per le videocamere non è possibile farlo.

Tadaa! Ottimo inizio direi.

Eravamo come bambini in una stanza tutta nuova, curiosavamo, guardavamo e studiavamo.

Avevamo tante domande alle quali avremmo dovuto risponderci da soli, ovviamente con la supervisione del nostro docente Francesco Bigon.

È poi arrivato il momento in cui si litigava per come mettere i microfoni, si rifletteva su come riuscire a nascondere tutto quello che c’era in più davanti alla camera e ci si guardava tutti soddisfatti alla fine della giornata per il lavoro svolto.

La parte divertente? Nemmeno il tempo di essere orgogliosi per la nostra creazione che era già ora di smontare tutto e ritornare il giorno delle riprese.

Organizzazione o caos? Ciak, azione!

Per nostra fortuna, merito di esperienze passate, avevamo acquisito alcuni escamotage per il set. Lo scotch-carta, per esempio. 

Quando si studia lo spazio per mantenere la posizione dei vari oggetti, si usano dei pezzi di nastro per avere dei riferimenti su dove mettere le varie attrezzature per il podcast. Sì, lo so, per chi è del mestiere è la scoperta dell’acqua calda, certo, ma per noi questa minuscola verità, tanto ovvia quanto sorprendente, ha fatto la differenza. 

È stata una giornata lunga. Bisognava trattare ogni invitato come se fosse uno sceicco in prima-classe-superior-extra-extra-lusso, con la piccola differenza che non avevamo cibi caldi da master-chef e vino di alta qualità, ma solo patatine e acqua naturale. 

Eravamo tutti in uno stato di calma forzata per la paura di non registrare e non mettere a fuoco correttamente, o che si bruciasse una lampada, o una qualunque attrezzatura fondamentale decidesse improvvisamente di non collaborare e si spegnesse senza speranza. 

Pensate che l’intervistatrice possa essere l’unica persona tranquilla? L’abbiamo trovata in un angolino della stanza a ripassarsi maniacalmente tutte le domande stilate in precedenza. 

Se un giorno vi trovaste a dover fare delle interviste, preparatevi sicuramente a dei ritardi rispetto al programma. Non sarà divertente. 

Via il primo, secondo, terzo, fino ad arrivare al sesto. Stop alle registrazioni! Eravamo stanchi, ammettiamolo, sarebbe stato strano il contrario. 

Smontiamo il tutto un’altra volta credendo di aver fatto il grosso del lavoro. Ripeto: credendo. 

“Ma si! In due pomeriggi finiamo tutto” 

Le ultime parole famose. 

Secondo il nostro solito docente Francesco, la post-produzione doveva impegnare al massimo un paio di pomeriggi, ma era ASSOLUTAMENTE convinto che finissimo in uno solo. 

Ce l’abbiamo fatta? Certo che no! 

Durante la suddivisione delle parti che compongono un podcast abbiamo anticipato che la parte dell’editing sarebbe stata quella preferita. 

Scherzavamo. 

Non fraintendeteci, è stata un’esperienza che rifaremmo tutti. Ci ha insegnato tanto, permettendoci di acquisire molte informazioni utili per quel che sarà il nostro mestiere futuro. 

Inizialmente era andato tutto liscio, avevamo tagliato, montato, fatto le copertine, i reel per Instagram e ogni cosa che c’era da fare era terminata. 

Finito direte. Magari! 

Da quel momento è stato un caffè dopo l’altro, una modifica e un ulteriore taglio, problemi che nascevano dappertutto, e aggiunte che ci trovavamo ovunque, un po’ come il prezzemolo. 

Altro che due pomeriggi: il progetto-pdocast ci ha tenuti impegnati per parecchie settimane, perché volevamo riuscire a fare un ottimo lavoro, completo, che ci soddisfacesse. 

In fondo siamo ancora a scuola e possiamo permetterci di forzare un po’ le deadline, no? 

E la morale della favola? 

Nessuno di noi ammetterà mai che è stata facile, ma tutti potremmo dire che questa esperienza ci ha lasciato dentro tante cose. 

Consapevolezza in più, capacità e quelle famose soft-skills a cui fin dall’inizio abbiamo accennato. 

C’è stata una crescita personale, un percorso ricco di sfide e scoperte. 

Durante questo viaggio, ognuno di noi ha compreso che creare un podcast va ben oltre la semplice registrazione di audio e di video. È una condivisione di storie, idee ed emozioni grazie alle quali motivarci e aiutarci gli uni con gli altri. 

Perché Diskos è questo e molto altro: una scuola di grafica e comunicazione, ma anche persone, legami, sorrisi e avventure. 

Aleksandra, Alice, Beatrice, Eva, Manuel, Sam, Sandra, Sara 

Nuovo biennio di design, web, social e digital marketing.